SPA: l' approdo ritrovato // GIO: gli scrittori famosi che hanno ormai un' età avanzata / accolgono gli intervistatori / con cortesia / e dispensano loro dolci e comprensivi sorrisi / e soavi banalità / che fanno il contrappunto / a quelle di chi intervista // specie se è uno di quei momenti / di spiccato fermento sociale / come / mettiamo / quello della contestazione giovanile // il letterato / allora / tende a schermirsi // parliamo di poesia / di altro / non voglio giudicare // questo / in generale // ma non se ci si chiama Aldo Palazzeschi // vero nome Aldo Giurlani / nato nel milleottocentottantacinque a Firenze / scrittore anticonformista / perfino nello scegliersi uno pseudonimo // il cognome di una lontana nonna materna // ultraottantenne / nel turbinio del caldo millenovecentosessantotto / non lesina opinioni che non appartengono certo alla sua generazione // e / rievocando la giovinezza letteraria / e il futurismo in una successiva intervista del millenovecentosettantadue / due anni prima di morire / fa tornare alla mente / quello che di lui diceva Marinetti // l' ingegno di Palazzeschi / ha per fondo una feroce ironia demolitrice / che abbatte tutti i motivi sacri / del Romanticismo // cerchiamo di capire come possa essere stato sempre così / Aldo Palazzeschi // e lo facciamo con uno degli storici più seri e più preparati / Folco Portinari / che è stato a lungo uomo di radio / e che perciò ben conosce il suono di oboe / della sigla dell' Approdo / al quale affidava le sue parole Palazzeschi // SPB: l' approdo // settimanale radiofonico di lettere ed arti // Firenze / anno decimo / numero quattrocentotrentasei // terza serie a cura di Riccardo Bacchelli / Emilio Cecchi / Gianfranco Contini / Giuseppe De Robertis / Nicola Lisi / Roberto Longhi / Giuseppe Ungaretti / Diego Valeri // GIO: è il millenovecentosessantotto // Palazzeschi ha ottantatré anni // è un momento di grandi speranze / ma anche di grande confusione // e da parte di un uomo così anziano / vengono affermazioni sorprendenti // PAL: a me / la confusione / piace moltissimo // perché / la confusione / non è mai fine a se stessa // ci saranno sempre / della cause / in fondo a questa confusione // e quello che stanno facendo oggi / i giovani / mi interessa molto // ed è da studiare / molto attentamente / anche da parte delle autorità // GIO: le agitazioni del millenovecentosessantotto / riguardano anche il modo di insegnare / e cosa si insegna // e Palazzeschi dice // PAL: purtroppo / la cultura umanistica / così diffusa come è oggi nell' insegnamento / deve subire una restrizione // si insegnano troppe cose / che poi risultano inutili // se un ragioniere / se un [/1] un ingegnere / un medico / vorranno conoscere la mitologia greca / e la letteratura greca / lo potranno fare ugualmente / senza avere studiato il greco // per loro piacere / per loro decorazione di [/1] di òmini di media cultura // ma / l' umanesimo / come è inteso oggi / deve ristringersi // devono studiare il latino / quelli che devono insegnare la lingua italiana / e basta // si capisce che adesso nasce / diremmo / un nuovo umanesimo // che deve comprendere tutto quello / che [/1] che è successo poi // vero / la scienza // deve avere bene il suo posto / in questo nuovo modo / di vedere le cose // GIO: Palazzeschi / dicendo questo / non mostra certo di essere un vecchio // anzi / mostra di essere assai più giovane / di molti giovani // almeno di oggi // chissà / se saprebbe ancora parlare a loro // ecco l' opinione / del professor Folco Portinari // POR: l' importanza vera di Palazzeschi / è d' aver messo in crisi / una istituzione // un istituto sacro / come la poesia e come la letteratura // e / mi sembra che ce ne sarebbe già abbastanza // anche perché / eh / essendo in clima sessantottino / è abbastanza bello / vedere Palazzeschi / che si adegua in qualche modo a quei tempi // la cosa interessante / nella parte che abbiamo ascoltato ora / è quando / appunto / diceva che si insegnano troppe cose / che poi sono inutili // ecco / questo che era veramente / uno dei concetti / di una parte della / ideologia sessantottina / ecco // quando / come si dice al mio paese / a bocce ferme / e ci si è resi conto che il sessantotto / era stato una rivoluzione più dei professori che degli allievi // e che anche lì / e Palazzeschi non se ne stava rendendo conto / evidentemente / veniva messo in crisi / qualcosa // che erano / le metodologie // veniva messo in crisi una / mh / chiusura / della cultura italiana / dentro l' area crociana // per esempio / gli idealisti // e quindi tutte le metodologie che / a quella si rifacevano // GIO: vicino alla casa di Palazzeschi / in quel millenovecentosessantotto / vi è l' università romana // la Sapienza // come la maggior parte delle università / in quei giorni viene occupata // Palazzeschi / osserva con curiosità quello che avviene // e dice // PAL: ho seguito benissimo / l' altro giorno / il fatto della Sapienza // e l' ho trovato / adorabile // questi ragazzi / le cause / di quello che fanno adesso i giovani / probabilmente possono venire anche da una saturazione della civiltà // possono venire anche / non so / da un senso direi romantico // ma soprattutto / contro la pianificazione // di oggi // vogliono essere notati // quei tre ragazzi / su quel pimpinnacolo / erano adorabili // io sarei andato ad abbracciarli // e c' erano sotto / centinaia di persone / col naso ritto / e il sorriso sulle labbra / in fondo / che li approvavano // perché / eh / in fondo / è un' aspirazione di qualche cosa di eroico // vogliono uscire dal grigio // della vita comune // se mai una cosa / che a me dà molta pena / in questo tempo / è il distacco / che l' uomo sente sempre più / dal lavoro // giorni fa / io mi trovavo dal mio barbiere // il quale mi diceva / appunto parlando di queste cose del giorno // mi diceva / ma / non sa / che se noi lavorassimo tutti / basterebbe lavorare / due ore / al giorno ? e [/1] e io gli ho risposto / ma quegli altri / che cosa fanno ? dice / trafficano // dico / ah lei pensa che questo trafficare / non sia del lavoro ? questo / mi dispiace // questo sentire le persone / che vedono il lavoro / solamente come un mezzo / per procurarsi la vita // i mezzi della vita // se quel barbiere / in un orecchio / mi avesse detto / vede / dice / fra pochi giorni / io metterò su una botteghina / per conto mio // io gli avrei detto / subito / io sarò il suo primo cliente // mi avrebbe fatto / un grande piacere // GIO: Palazzeschi / dice nel suo Viaggio sentimentale / uscito nel millenovecentocinquantacinque / che ha conosciuto anche la saggezza // e a chi gli ricordava quello che aveva detto Papini / la poesia è una cosa talmente magica / che quegli stessi che la fanno / sono gli ultimi a capirci qualcosa / Palazzeschi replicava // POR: non sarei in grado di distinguere / in maniera così precisa e netta / la follia dalla saggezza // anche perché / ogni volta che mi trovo di fronte a un saggio / un saggio sul serio / mi rendo conto che / un qualcosa di più che un grano di follia / c' è lì dentro // d' altra parte / se devo attenermi / all' esempio Palazzeschi / io credo che / ci fosse molta più saggezza / complessiva / per quello che riguardava una situazione generale / e non personale / nelle sue follie giovanili / per esempio / che non nella sua cosiddetta saggezza senile // io trovo che proprio quel Palazzeschi / che ha fatto saltare in aria / con il comico / deridendo sé stesso e deridendo l' istituto / una cosa come il sublime poetico / e il sublime letterario // che era lì / ben bloccato / inamovibile e non mosso / da secoli e secoli / e non lui da solo / ovviamente // perché / apro una rapida parentesi / eh / io sto quasi provando fastidio / in questo novantasei / a vedere tutte queste celebrazioni montaliane / quando / penso che / nell' ottantacinque / contemporaneamente / ricorrevano i centenari di / Campana / Moretti / Rebora / e Palazzeschi // che &no [/1] non [/1] non è mica poco // la cosa è passata quasi inosservata // e sono quelli che davvero / hanno rimesso in piedi / prima che arrivasse Ungaretti / hanno ridato dignità alla poesia italiana // GIO: sono in molti / anche allora / a non conoscere la biografia di Palazzeschi // a chi gli chiedeva se avesse sempre voluto fare il poeta / lo scrittore / Palazzeschi rispondeva // PAL: no / perché veramente mio padre / mi aveva tenuto molto lontano / dagli studi umanistici // io dovevo essere / non so / un ragioniere / un commerciante / una cosa di questo genere // e allora la mia [/2] mi sono aggrappato alla cultura / attraverso il teatro // tanto che da ragazzino / credevo addirittura di fare l' attore // cosa che poi / &no [/1] &no [/1] &no [/1] non risultò // tre anni / a una scuola di recitazione di Firenze // e ho fatto anche una capatina in arte / di due o tre mesi // e poi sono scappato // perché ho capito / che non era per me // GIO: Palazzeschi / prima attore / e poi poeta // ma è un poeta / che si definisce / il saltimbanco dell' anima mia // perciò / verrebbe facile considerare / che le sue prove artistiche / sul palcoscenico e sulla carta / si confondono e si uniscono // POR: se invece andiamo a guardar bene / la caratteristica / della poesia contemporanea / è di nascere sotto il segno della morte / della poesia // ora / il negare la poesia / il negare la letteratura / è abbastanza tipico / di quest' epoca // e / tutti fanno a gara // fa a gara Corazzini / fa a gara Gozzano / ci si mette Palazzeschi / ci si mette Moretti // insomma / tutti quanti / dicono di non essere poeti // il saltimbanco / poi / non deve farci dimenticare una tradizione / altrettanto importante // che è quella che va dagli organetti di Barberia / che entrano / nella poesia / già &ne [/1] negli ultimi decenni dell' ottocento / e che poi / nella pittura / nelle arti figurative / eh / diventa / tutti i clown / e tutti i saltimbanchi di Ricasso / per esempio / del primo Ricasso // poi / il teatro / tra il baritono Montale / e l' attore Palazzeschi / sarà stato un bel duo // GIO: e a chi gli ricordava quello che aveva detto Papini / la poesia è una cosa talmente magica / che quegli stessi che la fanno / sono gli ultimi a capirci qualcosa / Palazzeschi replicava // PAL: Papini aveva detto / una cosa giusta //