PAM: è uscito in questi giorni / presso l' editore Vallecchi / la settima edizione delle poesie di Aldo Palazzeschi // ed è / questa / credo / un' occasione eccellente / per riconsiderare la figura di questo singolarissimo e grande / poeta e narratore // che / nato a Firenze / nel milleottocentottantacinque / pubblicò la sua prima raccolta / di versi / I cavalli bianchi / nel millenovecentocinque // e ha poi continuato a lavorare / mescolato alle esperienze più diverse // i crepuscolari / i futuristi / certe espressioni che possono / essere ravvicinate / in qualche modo / al mondo dei surrealisti // con esiti / talvolta che / ci appaiono di estrema attualità // giacché ritroviamo / o ci sembra di ritrovare / in essi / certe espressioni / certi moduli / certi approcci / che sono stati fatti propri / poi / dai poeti contemporanei / dalle nuove avanguardie // e / in tutto questo / una profonda / vitale ironia / che quasi distrugge / o perlomeno gioca / tutti i contenuti che / via via / il poeta affronta // che cosa c' era di storicamente pregnante / in queste / ormai lontane / esperienze del poeta Palazzeschi // dato che / di attualità / certamente / si può parlare // dato / appunto / la vitalità di questa poesia // e / quali sono i rapporti / di questa poesia / con la narrativa che seguirà dopo // ricordo un giudizio di Borgese / il quale diceva che il critico / può supporre / che da questa crisalide / debba svilupparsi un pungente prosatore / un novelliere fantastico / e grottesco // scrittore quindi / molto complesso // e proporrei all' amico Baldacci / di introdurci / storicamente / nel mondo poetico / di Palazzeschi // BAL: mah / è quello che tenterò di fare // credo anch' io / veramente / che sia un' occasione ottima / la ristampa delle poesie di Palazzeschi / per riproporre il discorso non soltanto / mh / su Palazzeschi / ma anche su un quadro più vasto / di problemi letterari / e particolarmente di poesia // con riferimenti anche come / hai giustamente detto / a un quadro strettamente contemporaneo // credo si potrebbe dire / si può esser d' accordi su questo punto / più o meno tutti // che Palazzeschi nacque veramente poeta // cioè / voglio dire che / questo fu il suo primo modo di tradursi letterariamente // anche se poi / bisogna riconoscere che l' esercizio di poeta / rappresentò per lui / piuttosto che uno stato definitivo di maturità / quasi una fase / come diceva anche Borgese / di crisalide / destinata a liberare l' angelica farfalla // ma / resta comunque inteso / che nella poesia / si deve riconoscere la matrice del futuro sviluppo / di Palazzeschi prosatore // perciò la ristampa della poesia di Palazzeschi / ripropone anche il discorso / come tu accennavi / non soltanto sulla sua opera poetica / ma su tutta la sua opera di scrittore // nella poesia / certamente / certi caratteri / che poi saranno comuni allo sviluppo del prosatore / sono / direi / in parte allo stato latente / ma anche in parte / sono già espressi ed esplosi // cioè / quel particolare / ehm / atteggiamento infantile / del Palazzeschi poeta / che poi ritroveremo anche nel prosatore // un / atteggiamento che fu colto / mi pare felicemente / da Papini // in / periodo immediatamente successivo / al quattordici // cioè / quando Palazzeschi aveva ormai chiuso / la sua carriera di poeta // traduco dal francese di Papini / che diceva appunto / è il fanciullo del tutto moderno / molto malizioso / spiritoso / anche beffardo / e in fondo / abbastanza corrotto / quanto basta insomma per capire la vita // perciò / già in questo primo Palazzeschi bisogna vedere anche / direi / quell' atteggiamento critico / quell' atteggiamento di realismo critico / che fa un po' l' interesse / costituisce ancora oggi l' interesse della sua opera / di scrittore in generale // poi / l' infantilismo della poesia di Palazzeschi / naturalmente / considerandolo storicamente / rientra un po' nel gioco generale / della poetica futuristica // anzi / si potrebbe dire / che anche l' esortazione pascoliana / per una nuova verginità della poesia / potrebbe essere / anch' essa / richiamata alle esigenze / di quel totale ripristino della purezza / che furono anche esigenze del futurismo // ma / se come fanciullo / Palazzeschi aderì alla poetica del futurismo / d' altra parte / se ne distinse in piena originalità // e Palazzeschi / fu futurista come poteva esserlo / un epigono diretto del Pascoli // insomma / direi / un fanciullo sovversivo // e anche pieno di languori // il risultato / mh / più appariscente / fu quello di un crepuscolarismo // Palazzeschi ha contribuito molto / al quadro della poesia crepuscolare // in cui si mescolavano / aria di fiaba / e anche sberleffi di enfant gâté // tra l' altro / appunto / si potrebbe considerare il fatto che Palazzeschi / come tu hai ricordato / debutta nel / cinque // aveva cominciato nel quattro // ma / è del millenovecentotre il debutto di Covoni / del novecentoquattro quello di Corazzini / perciò c' è un' aria comune // in cui anche Palazzeschi si muove // ma / anche il crepuscolarismo di Palazzeschi / come il suo futurismo / non dovranno esser presi alla lettera // anche questo atteggiamento crepuscolare si risolve in divertimento // e / il vecchio armamentario delle dame desolate / dei giardini chiusi / che risaliva / naturalmente / a Maeterlinck / al D' Annunzio del Poema paradisiaco / cede / poi / alla frantumazione prosastica // insomma / i vecchi simboli / si dileguano e restano / eh / vivacissimi / direi quasi concertati di voci / vero // del resto / eh / si è anche insistito / da parte della critica / su una analogia / tra Palazzeschi e certe forme musicali / per esempio l' opera buffa // ma / eh / del resto anche questi vecchi simboli / tradivano / direi / proprio / direi / la loro natura di involucro / di una pura ispirazione musicale // e in fondo / mi sembra / che tanto il Palazzeschi crepuscolare / come il Palazzeschi che poi butta a mare la vecchia maniera / sbottando nel suo famoso programma / E lasciatemi divertire / in fondo / sono lo stesso poeta // è un poeta che può dare &l [/1] l' apparenza / di esiti diversi e contrastanti // ma in fondo è profondamente unitario / come atteggiamento psicologico / vero // sono lo stesso poeta perché anche il primo poeta / cioè il poeta crepuscolare / o che fingeva di esser tale / si divertiva // e d' altronde / se resta valido per noi il giudizio di Gargiulo / eh / che sosteneva che il Palazzeschi maggiore / è da cercarsi nello scrittore in prosa / insomma proprio le due direzioni fondamentali della sua prosa / cioè l' amore prezioso per le vecchie stampe / e dall' altra parte / il funambolismo matto / sono proprio facilmente riconoscibili nella sua attività di poeta // Palazzeschi maggiore è nella prosa / però questa prosa è condizionata dalla sua poesia // insomma / eh / un Palazzeschi / quello che noi leggeremo oggi / di cui parleremo / che mi sembra così / consegnato quasi in un ritratto fermo // nonostante che / nel tempo / questo ritratto / sembra muoversi / e si muova realmente // cioè / da una parte / c' è l' elegia // c' è la confessione // sentimentale / anche // dall' altro / invece / c' è la caricatura // e / mi pare / che la conclusione finale / sia questa // che / oggi a distanza di tanti anni / di più quasi sessant' anni / dal debutto di Palazzeschi / siamo costretti a riconoscere la sua profonda / assoluta / originalità // sia come crepuscolare / come futurista // cioè come non crepuscolare / e come non futurista // perché / appunto mi pare proprio / per Palazzeschi soprattutto / questi termini / sono dei puri termini di comodo // ora / siccome abbiamo parlato anche del programma / di Palazzeschi / eccetera / di questo suo atteggiamento di rottura / penso che si potrebbe ascoltare la lirica / che anche nel volume che l' editore Vallecchi ha ristampato / apre la raccolta // e che si intitola / chi sono ? e che ha un carattere / direi / tra programma / e confessione //