Corpus | Lablita Corpus |
File name | pubmnr09-segr |
Title | segreteria politica |
Place | Florence |
Number of Words | |
Length | 00:39:23 |
Date | 00/00/1977 |
Source | GRIT |
Channel | face-to-face |
Regulation | regulated-turn taking |
Interaction Type | monologue |
Social Context | public non-institutional |
Topic | future strategies |
Year | 1965-1979 |
Acoustic Quality | B |
Abstract | letture of a report during a political congress |
URL | http://corpus.lablita.it/files/lablita/pubmnr09-segr.html |
Speaker ID | AAA |
Speaker Age | X |
Speaker Sex | M |
Speaker Occupation | x |
Speaker Education | X |
Speaker Geographical Origin | x |
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AAA: | allora / data / il carattere / &eee / generale di eccezionalità / di questo congresso / ma anche il carattere specifico locale / di eccezionalità di questo congresso / delle tematiche emergenti nella segreteria / e in tutto il partito / e così via / è stato / materialmente / e politicamente impossibile / ricomporre / &eee / un intervento introduttivo a questo congresso / che fosse simile a quelle / diciamo / tradizionali // cioè una relazione introduttiva / che non solo dicesse delle cose sui contenuti / su cui viene convocato il congresso nazionale / e / di rimando / quello locale / ma anche che affrontasse tutti i / temi d’ autocritica e d’ analisi della situazione specifica // per cui io / svolgerò l’ intervento introduttivo / che / &eee / di alcuni compagni // e / &eee / evidentemente anche tutta la discussione specifica / sarà / &eee / probabilmente più articolata e più precisa nel [//] nella seconda fase di questo congresso / che / come ha stabilito la commissione congressuale / e il comitato cittadino riuniti insieme / si svolgerà dopo il congresso nazionale / a verifica e a discussione di quello che lì / &eee / sarà deciso // nella problematica della lotta generale / sono presenti in tutta evidenza / alcune questioni di fondo / che occorre preliminarmente individuare e risolvere / se si vuole definire una corretta iniziativa politica // in primo luogo bisogna riflettere sul reale significato / rispetto alla fase odierna della lotta generale / di contro a quello che essa ha rappresentato in passato in Lotta Continua // non vi sono dubbi / sul fatto che dal sessantanove al settantaquattro / essa ha costituito la dimensione adeguata / entro cui ha preso corpo e si è alimentato / il processo di unificazione del proletariato attorno ai reparti forti della classe operaia // la generalizzazione / è pertanto avvenuta come generalizzazione di parte dei contenuti dell’ autonomia operaia / verso altri strati sociali / appena emergenti sulla scena politica / per il tramite del sindacato / costretto a favorire la propagazione dell’ autonomia // così schematicamente / noi definiamo che l’ uso operaio del sindacato / che per diversi anni ha caratterizzato la lotta operaia e proletaria / la quale identificava nella lotta generale / il percorso della propria unificazione / rovesciando su di esso la sua forza / che grazie ad essa ne usciva ulteriormente moltiplicata // il terreno salariale / e l’ indipendenza dal ciclo economico capitalistico / erano i contenuti politico materiali prevalenti / i quali stavano a contrassegnare / una fase storica / ove / alla ricomposizione del fronte proletario / corrispondeva la progressiva / inarrestabile disgregrazione del fronte avverso // è evidente quindi / che la spinta operaia alla lotta generale allora / era espressione dell’ esigenza di unificazione proletaria / e a questo piegava sindacato e istituzioni // per esempio la sconfitta del primo governo Andreotti // è dal settantaquattro / che i termini su cui si fonda la questione / cominciano a mutare radicalmente // la controffensiva capitalistica / sia sul terreno della ristrutturazione di fabbrica / che su quella sociale / la politica economica / il progetto di addomesticare i sindacati attraverso i partiti / ha cominciato ad attaccare frontalmente gli operai su nuovi terreni / politica tariffaria e fiscale / tendendo ad attuare una manovra di accerchiamento totale del proletariato // si apre in sostanza / una fase estremamente contraddittoria / si pensi al travaglio sindacale stretto tra l’ incudine e il martello / all’ interno della quale da un lato la funzione della lotta generale / era piegata dal sindacato / a involucro sempre più vuoto / e dall’ altro la forza proletaria si esprimeva attraverso momenti di organizzazione autonoma / autoriduzione / Brescia / eccetera // in tal modo / l’ accumulo di forza della classe / usciva dal percorso quasi lineare / che aveva contraddistinto gli anni precedenti / e passava alla ricerca frammentaria / ma non meno prepotente / di nuovi piani di iniziativa autonoma // il fatto che noi abbiamo compreso con un anno di ritardo / la realtà dell’ organizzazione autonoma di massa / nulla toglie evidentemente a che essa vivesse con forza / già da allora // in questo quadro la borghesia / anche mediante sindacato e partito comunista / esercitava la sua offensiva sul piano materiale / creando la premesse oggettive per la disarticolazione del fronte proletario / che si stava per rovesciare sulle istituzioni // la manovra a tenaglia contro le masse / ha avuto il momento decisivo / quando la forza operaia / che metteva in crisi le istituzioni durante il governo Moro / è sembrata divenire debolezza / con il venti giugno / asse DC PCI / e la debolezza istituzionale della DC / è sembrata rovesciarsi in forza della borghesia / con l’ avvenuta alleanza col revisionismo // in tutta questa fase / il terreno della lotta generale / quando è esistito / ha funzionato principalmente non come rafforzamento dell’ iniziativa di classe / bensì come sbocco temporaneo senza prospettive credibili / quindi spreco di energie operaie / con inevitabile alimento del qualunquismo e della sfiducia // oggi / nella fase in cui il cerchio padronale intorno alla classe operaia / si è chiuso con il governo DC PCI / senza né sconfitta né arretramento del proletariato / per comprendere il ruolo della lotta generale / occorre rivedere sostanzialmente la nostra impostazione al riguardo / che malamente e linearmente / vediamo conservata in Lotta Continua // noi riteniamo che la lotta generale / assuma oggi il significato di confronto complessivo tra padrone e operai / e fra operai e PCI / PSI / sindacati // pertanto / si pone il problema di lavorare affinché essa abbia come presupposto / la crescita e il consolidamento dell’ organizzazione operaia / la sola in grado di garantire che la forza accumulata dalla classe / si riversi interamente / nella dimensione generale dello scontro // in mancanza di questo processo / la lotta generale / inevitabilmente tende a caratterizzarsi come spreco d’ una forza / stretta tra un’ impossibile uso operaio del sindacato / e un ancora inesistente strumento politico organizzativo direttamente operaio / favorendo quindi globalmente / il tentativo sindacale / di stimolare il disorientamento fra i proletari al fine di contenerne la spinta eversiva // infatti diventa ogni giorno più chiaro / che l’ asse governativo DC PCI / espressione della tendenza alla ricomposizione del fronte borghese / lavora a garantire la continuità dello stato / attraverso il rafforzamento dell’ apparato coercitivo capitalistico / economico / politico / militare // comunque esso / lungi dal porre un’ ipoteca sulla forza del movimento / ne ha solo mutato i termini dell’ iniziativa / dal momento che il primo risultato del tentativo di stabilizzazione DC PCI / è una reale frattura orizzontale tra massa e istituzioni // i tentativi del PCI di rivitalizzare il parlamento / al fine di assicurare consenso sociale ai decreti governativi troppo antiproletari / hanno avuto poco successo / per la chiarezza con cui il proletariato persegue i suoi interessi di classe // la spinta fortissima alla lotta generale contro gli ultimi aumenti / è l’ espressione più clamorosa dell’ esistenza di una rottura / fra governo formale e reale da una parte / e operai dall’ altra / ed esemplifica l’ urgenza / che ad essa si dia continuità e stabilità organizzativa autonoma // è sul terreno del governo reale / cioè dello scontro tra le classi a tutti i livelli della società / che si fissano i rapporti di forza tra le classi / a partire dai quali si rimette in discussione il ruolo e la funzione del governo formale / cioè dell’ assetto istituzionale stesso // il processo che va dall’ individuazione di questa rottura tra classe e istituzioni / all’ organizzazione di livelli adeguati all’ esercizio della capacità offensiva della classe / costituisce appunto il processo di costruzione del potere proletario / nel fuoco dello scontro tra proletariato e stato in tutte le sue varie articolazioni / ed è questo processo che caratterizza la fase in corso // all’ interno di questa fase di mutamento rivoluzionario / un’ importanza decisiva / assume la liberazione di forze a sinistra del PCI // come è evidenziato dalle lotte di questi giorni / dalle assemblee operaie promosse dal PCI // e l’ emergere di nuovi soggetti protagonisti del movimento di classe / che in questa fase si rovescia contro la stangata governativa / costituisce il tessuto di classe su cui occorre far marciare l’ organizzazione di una rottura sociale definitiva / come primo passo verso la crescita del potere popolare // con questo / non intendiamo dire che borghesia e proletariato proseguono ognuno nella propria strada / seguendo una diversa linea di sviluppo della forza // in realtà / pensiamo che a partire dalla mancata rottura del quadro istituzionale / l’ accumulo storico di forza operaia / non solo non consente un’ operazione di ricucitura sociale dei conflitti / quale si tenta di effettuare con la stabilizzazione statale / ma anzi opera una spaccatura fra piani sociali diversi / che tende a moltiplicare le lacerazioni del tessuto organizzativo di questa società borghese // ciò vuol dire / che il controllo politico materiale sul proletariato da parte del PCI e del sindacato / è materialmente destinato a spezzarsi in maniera violenta / e a trascinare con sé / probabilmente / ogni possibilità di futuro governo di sinistra / sia pure nei termini tutti diversi / in cui esso si presenterà // quel che deve essere certo per i rivoluzionari / già da oggi / è che la costruzione degli organismi di potere popolare / e la lotta di massa / non devono assolutamente andare a parare ad una riedizione di cattivo gusto della parola d’ ordine “ governo di sinistra ” // così che se questo ci sarà / sarà una scelta per intero della borghesia / e come tale dovremmo chiarirlo // come burattino antiproletario nelle mani del capitale // su questo / e su altri recenti documenti pubblicati dal giornale / soprattutto l’ introduzione al convegno operaio / vorremmo fermarci per riprendere alcuni temi // primo // il PCI è socialdemocratico ? noi rispondiamo di sì // il PCI ha assunto come punto di riferimento della sua linea il capitale e la deflazione // il suo programma ha sposato il programma dei padroni e della NATO // la legittimità della sua linea si fonda non sulla maggioranza dei lavoratori suoi iscritti / ma su una minoranza di essi / materialmente e soggettivamente schierata / a difesa del governo Andreotti e dell’ ordine produttivo // aggiunto alla volontà di legittimarsi agli occhi della DC e degli USA / il monopolio del PCI sul sindacato / ha pesantemente rafforzato in questi anni una politica di divisione della classe / di cui sono quotidianamente purtroppo noti i guasti gravissimi // il PCI ha lavorato a creare un’ aristocrazia operaia materialmente privilegiata / non solo con il continuo inserimento dei criteri della professionalità / o portando a compimento i contenuti della riqualificazione / non solo combattendo aspramente i passaggi di categorie di qualifica / o avallando lavoro nero e apprendistato sotto salario // non è un modo di privilegiare anche quello di permettere certi licenziamenti e non certi altri / quello di dar lavoro a certi giovani e a certi disoccupati ? ancora / non comprendiamo perché ad una compiuta socialdemocratizzazione di questo partito / sia necessaria la sconfitta storica del proletariato // anche gli increduli / i rivoluzionari più tiepidi / toccano con mano oggi la divaricazione enorme tra massa e PCI / tra base e vertice del partito // e oggi / mentre al primo congresso giustamente non lo ritenevamo / parliamo di una possibile spaccatura verticale di questo partito nella fase che attraversiamo // così che in queste condizioni politiche / quelle cioè di un movimento forte / presupporre la sconfitta della classe alla socialdemocrazia del PCI / significa nient’altro che aspettare il PCI dica di sé / compagni /’ siamo socialdemocratici //’’ se è così / siamo già tranquilli // Berlinguer a Napoli ha detto che sono un partito comunista e comunisti restano // se abbiamo torto / qualcuno ci spieghi / cioè / a suo parere / quali strade soltanto / potrebbero portare il PCI alla socialdemocrazia / in queste condizioni politiche / in questa fase // è questa la domanda giusta per una risposta giusta sulla questione comunista // la questione è di grande importanza / e decide del nostro atteggiamento su una serie di problemi grossi // soprattutto sulla rottura con il revisionismo / sulla modificazione della tattica / sulla prospettiva istituzionale / sull’ organizzazione di massa / e sui consigli di fabbrica // e vorremmo fermarci su quest’ ultimo punto // abbiamo già avuto modo di dire / che quasi sempre / noi abbiamo annegato la nostra iniziativa di fabbrica e fori / nelle pieghe delle contraddizioni della linea revisionista // abbiamo cioè subordinato il fare certe cose / al fatto che queste si risolvessero positivamente per noi / nello scontro che esse causavano nell’ apparato di fabbrica e di partito / del sindacato e del PCI // e quasi mai / la nostra audacia s’ è combinata con l’ avere le idee giuste / maggioritarie // perlopiù / siamo stati audaci quando le masse sono state ben disposte a fare certe cose / siamo stati diplomatici e mediatori quando la situazione era così e così / non siamo stati per niente audaci / quando le masse / a nostro giudizio / non erano ben disposte a fare delle cose // certamente questa non è buona pratica di un partito rivoluzionario // ma qui il discorso / dovrebbe essere centrato sull’ ambito dell’ iniziativa soggettiva / e perderemo il filo del discorso / che invece dobbiamo riportare sui consigli // sulla discussione riguardo al convegno operaio / noi diamo un giudizio di monotona ripetitività / degli eterni termini dentro e fuori dei consigli / con gli altrettanti obsoleti corollari / dell’ uso del sindacato per la generalizzazione delle lotte / della spaccatura dell’ interno / eccetera // e un giudizio negativo / sul voler rapportare testardamente la lotta e l’ organizzazione di massa / allo scontro istituzionale all’ interno della fabbrica // in realtà / per quello che ne conosciamo del convegno operaio / c’ erano molte indicazioni positive di segno diverso / che vogliamo raccogliere e incanalare in un’ ottica diversa // e cioè a noi pare che lavorare e insistere su creare e governare contraddizioni nell’ apparato sindacale e revisionista / continui ad essere un elemento fondamentale // ma che il modo giusto per orientare la discussione sui consigli / non sia quello dell’ uso del sindacato / e lo spiegavamo nel corso su [//] nel discorso sulla lotta generale / o della normalizzazione operata dal sindacato o cose simili // ma sia letteralmente / la lotta e l’ iniziativa delle masse prima di ogni cosa // un operaio della HID1 Rivalta dopo gli ultimi scioperi // c’ è un gruppo di delegati /’ legati alla sinistra sindacale /’ o alla sinistra rivoluzionaria //’ ma soprattutto ci sono nelle squadre /’ piccoli gruppi di operai /’ che hanno mantenuto e rinsaldato l’ unione /’ e che la costruiscono sul posto di lavoro //’ sono loro che fanno partire le lotte /’ sono il miglior frutto dell’ opposizione alla HID1 /’ l’ immagine di una vittoria politica sulla ristrutturazione //’ lottano contro i carichi di lavoro /’ riescono a imporsi sui capi //’ in fabbrica tendono a stare insieme /’ uno compra il giornale per tutti /’ mangiano allo stesso tavolo /’ uno a turno porta il vassoio per gli altri /’ e a turno portano da bere /’ vanno allo stadio insieme /’ eccetera //’’ ebbene / sono gli stessi gruppi di operai di decine di fabbriche grandi / che magari non vanno insieme allo stadio / o non comprano a turno il giornale / ma che in comune hanno di non cercare la legittimità dell’ iniziativa politica nel consiglio di fabbrica / ma nella propria condizione // nel taglio dei tempi / nello straordinario / nelle stronzate del capo e del delegato / in quello che fanno Andreotti e Berlinguer // ecco queste centinaia di operai / sono un ottimo fondamento della nostra linea politica // per affermare / uno / che non c’ è un movimento dei delegati / omogeneo e compatto verso cui trovare la strada / ma ci sono delegati da piegare alla lotta / delegati che prendono in prima persona l’ iniziativa / e delegati da spodestare / da rendere innocui / da punire talvolta // secondo che la strada dell’ organizzazione di massa delle grandi fabbriche / passa per un’ organizzazione orizzontale / per reparto / per officina / coordinata per livello di fabbrica / che prende iniziativa a partire dalle squadre / che pratichi il suo programma / ed eserciti la sua forza / il suo potere operaio / vogliano o no il suo sindacato il suo consiglio di fabbrica // ripassiamoci la lezione della HID2 di Chivasso / o della HID1 // ed evitiamo di cadere nelle patetiche ed opportunistiche conclusioni del compagno Tommaso / dell’ HID3 di Arese // il quale rispecchia fedelmente la straordinarietà / dell’ organizzazione operaia nella sua fabbrica / ma teorizza poi il potere operaio come il modo migliore per stare nel sindacato // un errore che non addebitiamo al compagno Tommaso / ma alla nostra linea politica / nel senso che riteniamo che la continua riconduzione / di ogni indicazione operaia nell’ ambito del sindacato e dei consigli / da parte di Lotta Continua / sia il frutto naturale / di un totale spiazzamento sulla questione dell’ organizzazione operaia / su chi deve / e come può / comandare in fabbrica // e il recente tentativo del PCI e del sindacato / di cavalcare gli ultimi scioperi / non devono indurci in errore // perché non sono il segno di un rapporto tra masse e PCI / ancora in qualche misura corretto / ma sono invece la conferma di una politica socialdemocratica fondata sulla volontà / di collaborare con il capitale / e su di un tentativo di scontrare il dissenso operaio / tramutandolo in consenso alla propria linea // la negazione del dissenso / è dunque la sostanza di uno scontro frontale con gli operai / che porta guarda caso il PCI / a non modificare di un unghia il proprio giudizio sull’ inflazione / e sulla necessità degli aumenti // altro che &trav [//] cavalcare la tigre // secondo punto // lotta salariale e partito // esistono diversi modi di porre la lotta salariale in questa fase // riteniamo che uno dei più scorretti sia quello dogmatico e difensivo / che difende la lotta per il salario richiamandosi a una linea di continuità presente dentro il movimento operaio // in un’ impostazione di questo tipo / si congiungono / un’ ipotesi moderata sulla capacità d’ iniziativa della classe / e c’ è la sottovalutazione della sua forza / e una concezione del partito arretrata rispetto alle novità storiche / emerse in questo ciclo di lotte // oggi / una polemica contro i liquidatori della lotta salariale / non può fondarsi su uno schematico ritorno a Marx e Lenin // bensì deve esplicitare il contenuto offensivo che la lotta operaia e proletaria sul salario ha / e che consiste in questo // mantenere il salario come variabile indipendente / significa lavorare alla distruzione di tutto un assetto istituzionale / la cui ragion d’ essere sta nell’ esigenza di controllare coercitivamente / la dinamica dei redditi proletari // questo è stato vero finora / e ha dato sostanza a tutte lotte dal sessantanove in poi // ma ora non basta più / perché la capacità offensiva della classe / non si deve misurare solo dentro lo sviluppo capitalistico / che essa ormai ha piegato / ma anche dentro la crisi // intesa come distruzione sistematica e programmata di classe operaia / da parte del capitale // sta qui il fondamento offensivo / della lotta per l’ occupazione / per la riduzione di orario / strategicamente e tatticamente connessa alla lotta salariale // ed è a partire da questi contenuti / che dobbiamo iniziare anche una battaglia politica generale / perché essi si affermino e diventino patrimonio politico di larghe masse // ma questa battaglia deve venire dopo / e non prima / a coronamento di un processo politico organizzativo / che veda l’ entrata in campo / di nuovi strati sociali / protagonisti di queste nuove lotte eversive // |
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